14 Lug BETTA SPLENDENS – Riproduzione – scheda tecnica
Dimorfismo sessuale:
I maschi che hanno la mutazione pinne a velo presentano pinne lunghe, inoltre tra le due pinne ventrali (sotto le branchie, in prossimità dell’apparato escretorio per intenderci) hanno tre piccoli puntini bianchi;
Le femmine hanno normalmente pinne più corte, ma non si tratta di un sufficiente tratto distintivo tra i due sessi in quanto esistono maschi con pinne corte (plakat). Le femmine però hanno una piccola escrescenza sferica bianca tra le due pinne ventrali (ovodepositore) che è visibile guardandole dal basso verso l’alto, o dalla parte inferiore di un contenitore trasparente, in particolar modo dopo un pasto abbondante.
Condizionamento dei riproduttori:
Presupponendo siano ancora separati , sovra alimentare la femmina dando cibo almeno 3 / 4 volte al giorno; ricordarsi di alzare la temperatura in vasca di almeno 29° celsius, verificare che il PH sia a 7 e siano assenti nitriti e nitrati. Questa vasca dedicata, piccola intorno ai 20 30 litri massimo, sarà coperta per mantenere l’umidità e priva di sabbia per facilitare la raccolta delle uova del maschio, con nascondigli esempio vasi per aiutare la femmina a nascondersi durante l’accoppiamento e piante galleggianti e per aiutare il maschio alla formazione del nido.
Procedimento di accoppiamento, fecondazione e schiusa:
Attenderemo la formazione del nido di bolle formato dal maschio, Si tratta di bolle di saliva che il pesce impasta e rilascia l’una accanto all’altra fino a costruire un corpo compatto e schiumoso a cui ancorerà le uova. Il momento migliore per mettere entrambi i pesci nella vasca è la sera prima di spegnere le luci: la femmina avrà tempo di ambientarsi alla vasca senza che il maschio la aggredisca, complice il buio, ed il corteggiamento avrà inizio il giorno seguente, alle prime luci dell’alba . Il maschio comincerà a fare avanti e indietro tra il nido e la femmina, passandole accanto in parata ed esibendo al meglio le sue pinne ed i suoi colori per corteggiarla ed attirarla sotto al nido. Capiterà all’inizio che la femmina sia riluttante ed il maschio la morda per “spronarla”, talvolta strappandole le pinne; non è raro che nel tentativo di convincerla la uccida, è pertanto importante qualora si tentasse un accoppiamento fornire una serie di nascondigli in cui la femmina possa essere protetta dall’aggressività del maschio .
Il maschio emetterà sperma per fecondarle, e una volta cadute le recupererà tutte con la bocca, setacciando ogni angolo, per poi portarsi sotto il nido a depositarle, Dopo i vari abbracci una volta che la femmina avrà esaurito le uova il maschio la scaccerà brutalmente dal nido poiché è diventata una potenziale minaccia per le uova: ora è opportuno togliere la femmina. Il maschio si prenderà cura del nido incessantemente giorno e notte a sistemare le uova mangiando quelle ammuffite o non fecondate e mettendolo a posto in continuazione aggiungendo nuove bolle o spostandolo da un punto all’altro della vasca.
Se la temperatura è sempre intorno ai 29° in circa 24 ore ci sarà la schiusa delle uova, con i piccoli avannotti appesi al nido in posizione verticale (fase del nuoto verticale): anche in questa fase il padre si occuperà di loro, recuperando con la bocca quelli che cadono dal nido perché incapaci di nuotare per poi risputarli nelle bolle.
Dopo qualche giorno, solitamente dai due ai quattro, i piccoli passeranno al nuoto orizzontale: ora sono autonomi perché hanno riassorbito tutto il sacco vitellino ed hanno imparato a nuotare, pertanto il padre smette di prendersi cura di loro dal momento che non li considera più suoi figli ed anzi, comincia a predarli. È il momento di togliere anche il padre. Per i primi 4-5 giorni i piccoli andranno nutriti con apposite sospensioni nutritive semiliquide per avannotti per poi passare ai naupli di artemia salina appena schiusi fino alle sei settimane di vita.